a testimonianza di questo esistono numerosi esempi di parquet di epoca medievale e addirittura romana che sono giunti fino a noi.
Nel Neolitico, quattromila anni prima di Cristo, i nostri antenati ricoprivano i pavimenti delle loro abitazioni con pezzi di legno appena sbozzati; nei paesi nordici le case interamente costruite in legno venivano sollevate dal suolo con travi per impedire all’umidità di attaccarne le fibre. Intorno all’anno Mille, invece, la maggior parte dei paesi freddi adottò il pavimento in legno e le specie più usate erano proprio quelle facilmente rintracciabili in quei luoghi: abete, larice, pino.
In epoca romana iniziano a definirsi vere e proprie geometrie di posa dei pavimenti (in particolar modo quella a spina di pesce) e si inizia a ricercare le tecniche migliori per ottenere tavole in legno dall’abbattimento degli alberi. Anche i romani solevano sollevare da terra il pavimento in legno delle loro abitazioni con cunei in pietra, al fine di far circolare l’aria e garantire una buona tenuta del legno contro l’umidità.
Con l’avvento del Medioevo, quella di accostare tavole di colore e legni diversi diventa una moda che proseguire lungo tutto il periodo Gotico e nei primi anni del Rinascimento. I dipinti dei pittori fiamminghi testimoniano la grande popolarità del parquet tra le popolazioni nordiche: non vi è scena di interni in cui il pavimento in legno, lucido come uno specchio, non compaia in tutto il suo splendore.
Intorno al 1600 gli artigiani iniziano a sviluppare la tecnica dell’intarsio, impiegando sia i legnami europei che le essenze portate dai primi esploratori, creando forme e fregi del tutto nuovi. I listelli erano fissati con adesivi naturali (ad esempio l’uovo o la colla di pesce) e gli splendidi risultati ottenuti rimangono ancora oggi esempi ai quali riferirsi.
Nel Settecento il parquet diventa protagonista dei più grandi e famosi palazzi nobiliari, diventando uno status symbol irrinunciabile per tutte le famiglie nobili. Anche l’arredamento viene studiato per esaltare il più possibile il parquet. Basti pensare che sala in cui il Re Sole riceveva e concedeva udienza si chiamava Parquet.
In Italia, nel periodo Barocco, spicca l’architetto Juvara, la cui sensibilità per quanto riguarda gli accordi tra le varie essenze legnose e gli intarsi che si possono creare si può ammirare nelle sue molte creazioni, tra cui Palazzo Madama e la palazzina di caccia di Stupinigi (Torino).
La reggia di Versailles resta uno dei più maestosi e celebri esemplari di palazzi reali barocchi: nei suoi immensi saloni si possono ammirare complessi ed eleganti esempi di posa “a fascia e bindello” e “a mosaico”. Nel primo stile, una fascia perimetrale corre intorno alla parte centrale del pavimento, che può essere anche in legno a contrasto; nel secondo, listelli di lunghezza e larghezza uguale vengono accostati in modo da formare dei quadrotti che diventano l’unità di misura dell’intero pavimento.
Prima dell’invenzione delle vernici protettive, i pavimenti in legno venivano ricoperti con tappeti preziosi per salvaguardarli dall’usura e dalle scoloriture. A metà del Diciannovesimo secolo gli artigiani cominciano a produrre in proprio vernici a base di gommalacca, che a poco a poco vanno a rimpiazzare le cere e gli olii probabilmente impiegati nei secoli precedenti.
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È nel Novecento che si diffondono i parquet a listoni e tavole che si posano a incastro, spesso su sottofondi in sabbia, grazie alle congiunzioni maschio-femmina. I nuovi parquet si installano direttamente sui pavimenti esistenti. Si diffondono i parquet cosiddetti “all’inglese”, con listoni posti uno dietro l’altro e uniti da incastri a maschio.
Tra gli anni Venti e gli anni Trenta in Italia ogni parola straniera viene bandita. Anche la parola parquet subisce questo trattamento, venendo italianizzata con il termine “tassellato”. In linea con questa tendenza, le essenze straniere cadono in disuso e si scelgono legni autoctoni, come il rovere, il faggio, il pino, il ciliegio.
Fra gli anni Sessanta e Settanta si assiste al boom del “lamparquet”, una tavoletta in legno massello spessa fino a dodici millimetri e lunga fino a cinquecento millimetri.
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Gli anni Ottanta sono segnati dalla tendenza del parquet prefinito, composto da uno strato di legno nobile e da uno strato di legno meno pregiato che funge da supporto. Tornano molto in voga in ogni abitazione i quadrotti, i fregi, le decorazioni, anche grazie alla produzione industriale fiorente dovuta al boom economico.
Oggi il parquet è il tipo di pavimento più ambito da chi vuole costruire o rinnovare la propria casa: grazie alle nuove tecnologie, ai nuovi materiali e ai nuovi trattamenti, ora è possibile posare il parquet in ogni zona della casa, anche in bagno e in cucina, o anche in presenza di riscaldamento a pavimento.